I Globster o Blob

Mostri marini o carcasse di balena?

I Globster o Blob

Il termine Globster fu coniato da Ivan T. Sanderson nel 1962 per descrivere la grande carcassa arenatasi in Tasmania nel 1960. Queste colossali masse organiche, dette anche Blob, si distinguono dalle normali carcasse marine per la difficoltà che offrono ad essere identificate come resti di animali conosciuti. Nel caso della carcassa della Tasmania, non furono trovati occhi, struttura ossea o una testa definita. Fino ad oggi si sono verificati parecchi ritrovamenti di queste fibrose masse organiche, il più delle volte arenate sulle spiagge. Molte sono le ipotesi avanzate dagli esperti di biologia e criptozoologia: c’è chi afferma si tratti di gigantesche piovre (octopus o Kraken), calamari giganti o giganteschi invertebrati sconosciuti. Esiste anche la possibilità, meno sensazionalistica, che si tratti di carcasse di balene, capodogli o grandi squali in avanzato stato di decomposizione. Alcuni globster sono effettivamente stati identificati in tal senso, ma alcuni altri rimangono tutt'ora non identificati.

Il primo globster di cui si hanno testimonianze documentate è quello arenatosi nel Novembre del 1896 sulle spiagge dell’Anastasia Island, nei pressi di St. Augustine, in Florida. L’enorme massa fu rinvenuta il 30 Novembre da due ragazzi, Herbert Coles e Dunham Coretter, che avvisarono prontamente il medico locale, il dottor DeWitt Webb (fondatore della St. Augustine Historical Society), che il giorno seguente (1 Dicembre) si recò sul posto per esaminare lo strano reperto. La prima impressione del dottor Webb fu che si trattasse di un animale gravemente mutilato ed in avanzato stato di decomposizione. La carcassa era mezza sprofondata nella sabbia a causa del suo enorme peso; presentava un colore rosa molto chiaro, quasi bianco, con dei riflessi argentei quando colpita dai raggi solari. Era composta da un materiale gommoso molto resistente, tanto che si tagliava a fatica. Leggi l'articolo...

Il mostro di St. Augustine fotografato nel 1896
Il mostro di St. Augustine fotografato nel 1896

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Webb prelevò anche dei campioni dalla enorme carcassa che furono analizzati da diversi scienziati: i risultati di alcuni esami sembravano provare che la carcassa era appartenuta ad un gigantesco cefalopode sconosciuto, che venne battezzato Octopus Giganteus Verrill o Otoctopus giganteus, in onore del dottor Verrill, che per primo ventilò questa ipotesi. Altri esami, invece, smentiscono questi risultati, identificando la carcassa come grasso di balena. Nel corso degli anni, il mostro di St. Augustine ha interessato molti studiosi; le ultime analisi effettuate sui resti risalgono al 1995.

Il 27 dicembre del 1924, il giornale londinese Daily Mail pubblica un articolo dal titolo"Fish Like A Polar Bear", riferendosi ad un avvistamento avvenuto su una spiaggia turistica nella provincia sudafricana KwaZulu-Natal. Alcuni bagnanti videro una stana ed enorme creatura lottare contro due orche marine; alcune ore dopo la creatura si arenò senza vita sulla spiaggia. Uno dei testimoni, Hugh Ballance, disse che la creatura assomigliava ad un gigantesco orso polare; era infatti ricoperta da lungo pelo bianco, aveva una coda simile a quella di un'aragosta e al posto della testa presentava una strana proboscide. La data dell'evento è incerta; secondo il Daily Mail è avvenuto il 25 Ottobre del 1924. La carcassa non fu esaminata da nessuno scienziato, poiché dopo dieci giorni venne spinta nuovamente in mare dalla marea. Venne battezzato Trunko.

Nel 1948, un australiano scrisse una lettera al giornale Sydney Sun circa una misteriosa carcassa trovata da lui e da alcuni amici su una spiaggia della Dunk Island, vicino alla Grande Barriera Corallina (Great Barrier Reef). Secondo l'uomo, l'enorme massa, dall'aspetto simile a quello di una medusa, era ricoperta di pelo in alcune zone e non si distinguevano gli occhi. Si pensò che potesse trattarsi di un embrione deforme di balena, ma non vennero mai compiuti esami approfonditi. Dieci anni dopo, nel 1958, una barca da pesca che navigava fra Melbourne e Hobart, sempre in Australia, ripescò dal mare una carcassa simile: simile ad un cappello a bombetta, la massa era alta quasi due metri, non aveva occhi e presentava delle fessure simili a branchie.

Il Globster della Tasmania. Foto a corredo di un articolo apparso sull'edizione del 9 Marzo 1962 del quotidiano The Mercury
Il Globster della Tasmania. Foto a corredo di un articolo apparso sull'edizione del 9 Marzo 1962 del quotidiano The Mercury

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Nell'agosto del 1960 venne rinvenuto quello che fu poi battezzato Tasmanian Globster, una enorme massa organica non identificata spiaggiatasi sulla spiaggia nei pressi dell'Interview River, nella Tasmania Occidentale. Fu rinvenuta da due mandriani locali, Jack Boote e Ray Anthony, mentre radunavano il bestiame assieme a Ben Fenton, il loro principale. La sua lunghezza fu misurata in 7 metri e la larghezza in 6 metri; il suo peso fu stimato dalle cinque alle dieci tonnellate e, anche in questo caso, la carcassa non aveva occhi e al posto della bocca presentava due protuberanze morbide simili a zanne. La carcassa aveva una colonna vertebrale, sei 'braccia' morbide e carnose e delle setole bianche che ne ricoprivano il corpo. Non emanava nessun odore e non sembrava in stato di decomposizione; Fenton scattò una fotografia della carcassa e riferì la sua scoperta a molte persone, tuttavia riuscì a suscitare interesse nella creatura soltanto un anno e mezzo dopo, quando convinse G. C. Cramp (membro del consiglio di amministrazione del Tasmanian Museum) ad organizzare una spedizione per esaminare il reperto dal punto di vista scientifico. A prendere parte alla spedizione furono Bruce Mollison e Max Bennett, del CSIRO (Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization, ovvero Organizzazione di Ricerca Scientifica e Industriale del Commonwealth), e due funzionari del Tasmanian Field Naturalist Club: L. E. Wall e J. A. Lewis.

Affrontati gli ostici terreni della Tasmania occidentale, il gruppo giunse sul posto il 7 Marzo 1962, constatando che la carcassa, dopo un anno e mezzo, era rimasta pressoché immutata. La notizia venne riportata sulla prima pagina del quotidiano della città di Hobart, The Mercury, con un articolo ricco di particolari:

«Duro, gommoso e in ottimo stato di conservazione. Gabbiani, corvi e diavoli della Tasmania hanno per mesi tentato di strapparne brandelli di carne, ma invano. Inizialmente era ricoperto di peli, descritti dagli allevatori come simili a lana di pecora, ma untuosi al tatto. La creatura aveva una gobba di circa un metro e mezzo, che nella parte posteriore andava degradando fino a circa 13 centimetri. Sulla parte anteriore si osservano cinque o sei fessure prive di peluria, simili a branchie, oltre a quattro grandi lobi penduli al cui centro vi era un orifizio simile ad una gola. Non sembra avere una struttura ossea».

Il 16 marzo di quello stesso anno, il governo australiano organizzò una seconda spedizione, alla quale presero parte numerosi scienziati: vennero prelevati dei campioni di tessuto dalla carcassa che vennero poi portati ad Hobart per essere esaminati. I pareri degli scienziati non furono unanimi; il professor Clark, della University of Tasmania, affermò che si trattava di una enorme razza e che non poteva assolutamente essere un cetaceo. Alla fine, nonostante i pareri discordanti, il governo australiano chiuse frettolosamente la faccenda affermando che si trattava di una grossa massa di grasso di balena. Bruce Mollison, che guidò la prima spedizione, non concorda con questo parere, affermando che la mancanza di ossa, la mancata decomposizione e la presenza di branchie escludevano che potesse trattarsi di un cetaceo.

Una rarissima foto del globster della Nuova Zelanda (New Zeland Globster)
Una rarissima foto del globster della Nuova Zelanda (New Zeland Globster)

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Pochi anni dopo, nel 1968, venne trovata un'altra misteriosa carcassa, questa volta nel pacifico. Si tratta del Globster della Nuova Zelanda (New Zeland Globster in inglese), una enorme massa gelatinosa avvistata sulla spiaggia di Muriwai, sulla North Island, l'isola settentrionale della Nuova Zelanda. Secondo le testimonianze, la carcassa era lunga 10 metri e alta due metri e mezzo; il preside del Dipartimento di Zoologia dell'Università di Auckland, J. E. Morton, dichiarò: «Non riesco ad immaginare niente che gli somigli». Non furono mai prelevati campioni per analisi approfondite; oggi si ipotizza che potesse trattarsi dei resti di una balena megattera (Megaptera novaeangliae).

Nel 1970 accade un fatto singolare: Ben Fenton, l'allevatore che aveva scoperto il Tasmanian Globster del 1960, ne rinviene un altro mezzo sepolto nella sabbia. La parte visibile era lunga appena due metri e mezzo, ma è difficile stabilire quale poteva essere la grandezza e l'aspetto della parte insabbiata.

Nel 1988, più precisamente a maggio, venne scoperto un altro globster nella Mangrove Bay, Bermuda; la creatura divenne nota come Blob delle Bermuda (The Bermuda Blob).

Teddy Tucker mentre tenta di tagliare un pezzo del Blob delle Bermuda
Teddy Tucker mentre tenta di tagliare un pezzo del Blob delle Bermuda

A scoprire la carcassa fu Teddy Tucker, pescatore e cacciatore di tesori, che lo definì bianco e fibroso. Pare che la massa avesse uno spessore di circa un metro, con cinque protuberanza o 'braccia' che, secondo Tucker, lo farebbero assomigliare ad una stella marina deforme. Il peso venne stimato intorno alla tonnellata; non sembrava avere né ossa né cartilagine ed era estremamente compatto e duro tanto che Tucker, dopo aver tentato di tagliarne un pezzo con un coltello, asserì che era come tagliare un copertone. Vennero eseguite alcune fotografie del Bermuda Blob che vennero poi inviate ai vari esperti del caso; fra i quali troviamo Clyde Roper, uno specialista di calamari giganti dello Smithsonian Institute e Forrest Wood, che si era interessato alla storia del mostro di St. Augustine nel 1971. Fu interpellato anche Roy Mackal, che eseguì diversi esami sui campioni di tessuto del globster trovato a St. Augustine, ma nessuno di questi fu in grado di formulare un'ipotesi circa la misteriosa massa biologica. L'unica cosa che accomuna tutti i globster trovati finora è l'estrema tenacia dei tessuti, che rende difficile pensare di avere davanti del semplice grasso di balena. Dai campioni raccolti venne poi determinato che si trattava di tessuti appartenenti ad un grosso squalo, tuttavia c'è che non concorda con questa ipotesi.

Louise Whitts e il Blob delle Ebridi (Hebrides Blob)
Louise Whitts e il Blob delle Ebridi (Hebrides Blob)

Nel 1990, mentre era in vacanza, Louise Whitts (una tata inglese) scoprì una carcassa non identificata di quasi quattro metri presso la Benbecula Beach, nelle Isole Ebridi, in Scozia. La creatura venne subito battezzata Hebrides Blob, ovvero Blob delle Ebridi. Anche in questo caso, il corpo appariva peloso ma, a differenza del blob della Tasmania, questo amanava cattivo odore e sembrava avere qualcosa di simile ad una testa. Purtroppo, non furono raccolti campioni ma, guardando le foto, si potrebbe pensare ad una balena di piccola taglia o un grosso delfino. Le numerose protuberanze potrebbero infatti essere lembi di pelle in decomposizione.

Nel 1995 fu trovato un altro globster alla Bermuda ma, questa volta, le moderne analisi svolte nel 2004 sui campioni di tessuto prelevati dalla carcassa hanno confermato senza dubbio alcuno che si tratta di tessuto adiposo di balena. Questa scoperta potrebbe mettere in serio dubbio la natura criptozoologica di questo fenomeno.

Il globster del North Carolina
Il globster del North Carolina

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Il 6 settembre 1996, su una spiaggia della città di Manteo, in North Carolina, venne rinvenuta una carcassa molto interessante. Su quella regione, si era da poco abbattuto l'uragano Fran, che si era lasciato alle spalle una tremenda scia di distruzione, uccidendo 24 persone. Il diciottenne Brad Abrahms, insieme ad alcuni amici, stavano passeggiando sulla spiaggia del parco di Cape Hatteras, quando trovarono una enorme massa maleodorante. Era lungo 6 metri, largo 2 e spesso 120 centimetri; non sembrava avere una testa o una coda ben definite ma aveva piccoli tentacoli disposti in modo asimmetrico. Poiché i ragazzi erano entrati nel parco illegalmente, non riferirono subito la scoperta. La storia venne fuori solo un anno dopo, quando ormai era troppo tardi per prelevare dei campioni.

Quello stesso anno, due mesi dopo, venne trovato un globster sull'isola di Nantucket, nel Massachusetts. Le analisi lo identificarono come tessuto adiposo proveniente da una megattera. Altri due mesi, a gennaio 1997, dopo ne venne trovato un altro nuovamente alle Bermuda; anche in questo caso era grasso di balena.

Il Four Mile Globster, in Tasmania
Il Four Mile Globster, in Tasmania

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Sempre nel '97, venne ritrovata la massa conosciuta come Four Mile Globster, sulla spiaggia di Four Mile in tasmania. era lunga 4.6 metri e larga quasi due metri; peso approssimativo di 4 tonnellate. Aveva sei lobi carnosi lungo i fianchi e sembrava ricoperta da pelo bianco. Un biologo locale fece un test del DNA, ma i risultati furono inconcludenti. Il 2 Agosto 2001 fece la sua comparsa il cosiddetto Newfoundland Blob, presso Fortune Bay, a Terranova. Si rivelò in seguito la carcassa di un capodoglio.

Uno dei più grandi globster mai visti venne ritrovato il 23 luglio 2003, in Cile, a Pinuno Beach, Los Muermos. Questo è probabilmente uno dei più importanti globster mai scoperti, poiché evidenzia come sia facile sbagliarsi nell'identificazione di queste masse informi. La carcassa ricordava molto il tentacolo di un polpo, ma non è tutto oro quel che luccica. Inizialmente, si è pensato che questa fosse la scoperta che avrebbe definitivamente sancito l'esistenza dei polpi giganti, ma così non è stato: dopo approfonditi studi anatomici e test del DNA, gli scienziati sono arrivati alla conclusione che questa enorme massa rappresenta i resti di uncapodoglio. Dalla lunghezza di 12 metri e mezzo e dalla larghezza di quasi 6 metri, assomiglia molto al Mostro di St. Augustine.

Fonte:
www.inspiegabile.com

Redazione

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