Uomo o Animale?
Il Bigfoot, in italiano Piedone, è una misteriosa creatura che vivrebbe nelle foreste dell'America Settentrionale e del Canada. Detto anche Sasquatch, Dsnoqua o Momo dai Pellerossa, viene descritto come un grande primate bipede (cioè un ominide), alto fra i 2 e i 2,70 metri e ricoperto da una folta peluria che va dal rosso scuro al nero. Alcuni testimoni dicono che abbia grandi occhi e una cresta sulla fronte. Il suo peso è stato stimato attorno ai 200 kg. Creature simili sono state avvistate in molte altre parti del mondo: in Tibet viene chiamato Yeti e in Mongolia è noto come Almas.
Le leggende circa questa creatura risalgono a tempi antichissimi. La prima testimonianza che ci giunge risale al 1811, anno in cui un commerciante canadese scoprì delle orme apparentemente umane, lunghe più di 40 cm . sulle nevi delle Montagne Rocciose settentrionali, vicino Alberta. Il primo avvistamento dell'animale in carne ed ossa avvenne nel 1851, quando due cacciatori dell'Arkansas si imbatterono in una mandria di animali inseguita da una gigantesca creatura dall'aspetto antropomorfo; secondo la loro descrizione, la creatura era ricoperta di pelo e dei lunghi capelli gli cadevano sulle spalle come una criniera. Le impronte rinvenute sul posto misuravano circa 35 cm .
Un fatto ancora più incredibile accadde il 30 giugno del 1884: un essere simile, la cui descrizione combacia con quella del bigfoot, venne catturato dai passeggeri di un treno a circa 130 Km da Vancouver. La creatura, nonostante fosse alta solo 150 centimetri, si dice fosse dotata di una forza sovrumana, con il corpo interamente coperto di pelo lucido tranne il viso, i piedi e le mani. Jacko (così venne battezzato questo mostruoso ominide) venne addirittura esposto al pubblico nella cittadina di Yale per qualche tempo finché un certo George Tilbury decise di portarla a Londra per compiere analisi scientifiche. Da allora la creatura scomparve e non se ne seppe più niente; non è ancora stata trovata una spiegazione scientifica per questo incredibile avvenimento.
Un altro straordinario evento, ebbe luogo nel 1924. Nei pressi di Monte Saint Helens (nello stato di Washington), Fred Beck e altri quattro minatori avvistarono quello che descrissero come un ‘colossale gorilla' mentre lavoravano. Terrorizzati, i minatori spararono alla bestia. In quel momento vennero assaliti da un gruppo di ominidi, i quali scaraventarono addosso ai malcapitati tronchi d'albero e grossi massi. I cinque uomini riuscirono a salvarsi dalla furia degli animali chiudendosi in un capanno; le feroci creature li assediarono per diverse ore. La polizia, arrivata più tardi sul posto, trovo molti riscontri riguardo la storia raccontata dagli uomini, tra cui orme di giganteschi ominidi, segni di lotta e, naturalmente, i danni al capanno. Quello stesso anno, l'agricoltore Albert Ostman raccontò di essere stato addirittura rapito da una di queste creature: l'uomo sarebbe stato caricato sulle spalle da un bigfoot mentre dormiva campeggiando a Toba Inlet, di fronte all'isola di Vancouver. L'enorme creatura, dopo circa tre ore di cammino, avrebbe lasciato l'uomo in una caverna, dove il malcapitato avrebbe passato ben tre giorni di prigionia assieme ad altri esemplari di bigfoot fra cui anche cuccioli. Sarebbe poi riuscito a scappare dopo essersi guadagnato la fiducia del suo rapitore stringendo un rapporto di amicizia, approfittando di un momento di libertà concessogli dalla creatura.
In realtà, la vera storia del bigfoot cominciò nell'agosto del 1958: la parola Bigfoot, in inglese, significa letteralmente ‘grande piede', in quel periodo, infatti, l'operatore di bulldozer Jerry Crew, che lavorava presso un cantiere stradale di Bluff Creek, in California, scoprì una serie di enormi impronte, lunghe più 40 cm. Le impronte apparivano quelle di un primate, cioè una scimmia antropomorfa; ma nessuna specie conosciuta avrebbe potuto lasciarsi dietro orme di quelle dimensioni. Questo episodio portò il Dottor Grover S. Krantz, professore di antropologia alla Washington State University, ad interessarsi al caso nel 1963. Da allora il professor Krantz ha continuato a studiare il fenomeno raccogliendo sempre più prove e testimonianze; secondo lui la miglior prova a favore dell'esistenza di una razza di grandi scimmie antropomorfe nelle foreste americane, sarebbe l'incredibile quantità di orme rinvenute, di cui si possiedono fotografie e calchi.
La prima testimonianza filmata di un bigfoot fu realizzata da Roger Patterson il 20 ottobre del 1967 e consiste in un video di circa 20 secondi. Patterson, che l'anno prima scrisse un libro sull'argomento, ed il suo amico Robert Gimlin, organizzarono una spedizione nei boschi di Bluff Creek con l'intento di girare un documentario sul bigfoot. In quella zona , nove anni prima, il caso era esploso a livello mondiale grazie al ritrovamento delle orme da parte di Jerry Crew. Il film è stato visionato diverse volte da un considerevole numero di esperti; di cui circa la metà si è schierata nel considerarlo autentico. Il video venne anche esaminato, nel 1971, da due esperti di biomeccanica della locomozione umana: l'inglese D.W. Grieve e il russo Dmitri Donskoy. Dopo attente analisi, Donskoy affermò che l'essere ritratto nel video non poteva essere un umano con un costume, poiché i suoi movimenti erano coerenti con quelli di un animale con un enorme peso e una muscolatura proporzionata. La perfetta sincronia con cui vengono fatti oscillare gli arti superiori accompagnata alla lunga falcata sarebbero difficilmente imitabili da un essere umano. Grieve sostiene invece che i movimenti della creatura erano simili a quelli di un essere umano costretto a camminare molto velocemente; conclude che se il video fosse stato girato a 24 frames al secondo poteva in effetti trattarsi di una persona con indosso un costume, mentre se fosse stato girato a 18 frames al secondo "esibiva un'andatura totalmente differente che non aveva nulla di umano". Guarda il video...
Teorie
Secondo Grover S. Krantz, professore di antropologia alla Washington State University, il modo migliore per appurare la vera natura di questo essere è studiarne le impronte, che sono state rinvenute in gran numero. Queste orme non sono troppo diverse da quelle umane, se si esclude il fatto che vanno dai 40 ai 45 centimetri di lunghezza; inoltre queste orme vengono scoperte in periodi e luoghi diversi, avvalorando la tesi che siano autentiche. Se poi si considera la distanza fra un orma e l'altra, ci si accorge che rimane costante, anche in salita; fatto coerente con la grande forza fisica in genere attribuita al Bigfoot. Se si volessero falsificare impronte del genere, il metodo più semplice sarebbe quello di costruire delle piattaforme a forma di grande piede da fissare sotto le scarpe e camminare; ma in genere la distanza fra le orme rinvenute supera il metro, il che rende difficile per un uomo usare questo metodo. Un'altro sistema sarebbe quello di fissare le pedane sotto dei bastoni, così da imprimere le impronte. Così facendo, però, non si potrebbe evitare di lasciare anche le proprie impronte, specialmente sulla neve fresca.
Alcuni ricercatori sostengono possa trattarsi di un Gigantopitecus, un'enorme scimmia asiatica antropomorfa che si ritiene ormai estinta; altri sostengono possa trattarsi di un ramo distaccato dello Yeti avvistato in Tibet.
Fonte:
www.inspiegabile.com