Il Mistero Celtico
Alle origini della civiltà europea troviamo i Celti, una razza forte e guerriera che fu, nel tempo vinta dai Romani. Stranamente i miti e le leggende di questi popoli destano ai giorni nostri più che mai interesse e curiosità. Cosa sappiamo, veramente, del mondo celtico? Quali valori ci sono stati tramandati oltre alla forza, alla fierezza a volte unita alla 'selvaggia brutalità' dal momento che i Romani li consideravano barbari? Non dobbiamo dimenticare che col termine 'barbaro' si intendeva 'lo straniero': nel tempo, la parola ha acquisito una connotazione negativa e questo pregiudizio ha certamente pesato sul mondo celtico, sugli usi ed i costumi, sulle tradizioni e sulle credenze religiose di questo popolo.
Già la prima fonte di confusione è costituita dal nome di questi popoli. I greci chiamavano 'Celti' tutti coloro che non parlavano la loro lingua; successivamente Giulio Cesare chiamerà 'Galli' le popolazioni celtiche stanziate nella Francia attuale. Infine, i Celti stanziati più ad Est sono conosciuti come i Galati (a cui lo stesso S. Paolo si rivolse nella sua evangelizzazione del primo Cristianesimo). Infatti, mentre alcuni Celti si convertirono alla nuova religione cristiana, altri pur di non sottomettersi alla dominazione romana fuggirono verso le inospitali terre del nord della Britannia, cioè l’attuale Scozia e l’Irlanda. Si fa risalire alla lontana Età del Bronzo (circa 3000 anni a. C.) il primo stanziamento dei Celti in Europa: essi si diffusero rapidamente dalla penisola iberica fino alle sponde del Mar Nero. Oggetti in bronzo e in oro di ottima fattura sono giunti fino a noi a testimonianza della loro presenza. In Italia occuparono la zona che corrisponde all’attuale Lombarda ed Emilia Romagna.
Le parole menhir, dolmen e cromlech sono celtiche e significano, rispettivamente, 'pietra lunga', 'lastra di pietra' e 'blocchi disposti in cerchio'. Il nome stesso delle 'Alpi' ha origine celtica e centri famosi nell’età del ferro erano Hallstatt in Austria e Golasecca nell’Italia settentrionale. I Celti portavano ambra e pelli di animali dal Nord e prendevano sale ed oggetti di ferro in scambio; da essere inizialmente popolazioni alquanto pacifiche si sono trasformate poi in razze guerriere ed indomite, note per la resistenza alla fatica ed ai disagi. Ciò li ha portati, nel tempo, a divenire guerrieri mercenari per altri eserciti e popoli in guerra. Ma l’aspetto più misterioso e meno noto di queste popolazioni è proprio il loro patrimonio spirituale, fatto di segreti naturali e credenze religiose ed animistiche; tale religione venne elaborata e tramandata dai Druidi, una casta sacerdotale potentissima vestita di bianco; era anche più importante dei capi e dei nobili.
Circa questi Druidi, si conosce molto poco. Costoro erano i ministri del culto celtico, legato alla natura ed ai riti stagionali. Questi sacerdoti possedevano tanto potere da essere in grado di fermare il pieno di una battaglia con un cenno della mano. Essi possedevano la conoscenza esoterica dei fatti naturali, delle proprietà curative delle erbe, delle strane relazioni esistenti tra i mondi del visibile e dell'invisibile e delle energie che sono alla base dell’equilibrio cosmico e millenario. Indubbiamente di tutto il loro passaggio attraverso la civiltà umana, la testimonianza più nota e visibile che ci hanno lasciato e che è Stonehenge, ormai divenuto il simbolo di quel modo di essere, di vivere e pensare il divino.
Il Mistero di Stonehenge
Stonehenge è un grande mistero archeologico, al punto che c’è chi, con un pizzico di superficialità ed approssimazione, lo definisce un 'probabile falso'. Costoro non tengono in conto la mole di libri e documenti che studiosi, astronomi, storici ed archeologi hanno scritto su questo luogo nel corso dei secoli. E probabilmente non sanno che esiste la testimonianza scritta di un chierico, di nome Lincoln, (a noi noto come Henry di Huntington) che già nel lontano 1130 d.C. decantava le meraviglie di quel luogo così suggestivo. Ogni anno circa 1 milione di persone visita il sito e nuovi studi archeologici offrono osservazioni e misurazioni geografiche del luogo sempre più precise e dettagliate: queste riguardano il posizionamento delle enormi lastre di dolerite e di bluestone.
Il primo grande mistero di Stonehenge riguarda la sua costruzione: come furono (da dove e soprattutto da chi) trasportati quei blocchi dalle dimensioni così imponenti su una distanza di oltre 200 km? Questo mistero ha dato vento a leggende e miti. Uno fra questi vuole che il mago Merlino avrebbe fatto portare questi megaliti dall’Irlanda fino alla piana di Salisbury; il secondo mistero di Stonehenge riguarda la sua funzione o il vero motivo per cui venne edificato. Si è avanzata l’ipotesi che fosse un tempio per gli dei romani, un luogo sacro per i druidi o un monumento funerario.
Da notarsi è il fatto che la piana di Salisbury, la zona così quieta che circonda il sito celtico, ha la più alta concentrazione di siti preistorici al mondo. Dal 1986, l’area meridionale di Stonehenge (Avebury e i siti collegati, cioè un’area di oltre 26000 ettari), è stata inserita nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco. Da un punto di vista geologico, grazie a studi rigorosi, il monumento è stato numerato e classificato in tutte le sue parti ed angolature: è stato individuato un cerchio di arenaria, un cerchio di bluestone, un trilite di arenaria (per trilite, si intende l’affascinante formazione costituita da due blocchi di pietra verticali sormontati dalla lastra orizzontale), un ferro di cavallo di bluestone e la Pietra dell’ altare, lunga ben 5 metri e situata al centro del sito.
Il sistema di assegnare un numero ad ogni pietra fu elaborato dal professor Flinders, durante accurati rilevamenti risalenti al 1877. Scavi e successive ricerche permisero di stabilire un’evoluzione nella costruzione del monumento; queste diverse fasi sono note come Stonehenge I, II e III. I triliti sono stati necessariamente rinforzati nel corso del tempo. Ma il mistero resta: da dove provengono le pietre e come sono arrivate nella piana di Salisbury? Abbiamo solo cenni confusi, giunti a noi attraverso gli scritti di Cesare e Tacito, il famoso storiografo romano, sugli antichi Druidi quali architetti e utilizzatori di Stonehenge e di altri 'cerchi di pietra' in Gran Bretagna. Nel 1624, Edmund Bolton dichiarò che Stonehenge era probabilmente la tomba di Boadicea, antica regina di Britannia, mentre altri studiosi attribuirono ai danesi la costruzione del monumento.
Stonehenge ha suscitato un forte interesse romantico, legato al motivo della sua costruzione: forse un osservatorio per misurare e calcolare lo spostamento degli astri? Un luogo per venerare il Sole? Si sa che Halley visitò il luogo nel 1720 con Stukeley; quest’ultimo aveva notato che il Viale di accesso a stonehenge era allineato perfettamente con il sorgere del sole del solstizio d’estate. Successivamente, l’interesse si spostò su 'chi' avesse potuto costruire un luogo così intriso di simboli e segnali da decifrare.
I due principali filoni di interesse su Stonehenge sono l’approccio storico-culturale e l'’approccio più scientifico ed esplicativo.
Questo secondo approccio riprese vigore negli anni ’60 con il volume di Gerald Hawkins 'Stonehenge Decoded', nel quale Hawkins postulava l’idea di Stonehenge quale gigantesco calcolatore utilizzato per la previsione delle eclissi e di altri eventi astronomici. Il mito di Stonehenge procede di pari passo con la ricerca scientifica senza che il fascino che esso emana venga mai sminuito. Forse è questo il vero mistero di Stonehenge.
Fonte:
www.inspiegabile.com