Un Caso Controverso
Siamo a Marzano di Torriglia, è il 6 dicembre 1978 quando verso le ore 23.30 il metronotte Pier Fortunato Zanfretta, che era in perlustrazione, notò qualcosa di strano: quattro strane luci volteggiavano nei pressi di una villa piuttosto isolata. Zanfretta pensò che si trattasse di un tentativo di furto e, cercando di avvertire la centrale operativa, si rese conto che la radio era stranamente muta. Deciso comunque a fare il suo dovere il metronotte scende dall'auto, pistola alla mano, avvicinandosi a quelli che credeva essere ladri d'appartamento; ma improvvisamente venne violentemente spinto a terra.
Rialzatosi velocemente scopre che il suo assalitore era in realtà una creatura mostruosa: Un umanoide alto circa tre metri, con la pelle ondulata nella zona del torace e strani spinoni sulla testa. Terrorizzato, Zanfretta lascia cadere a terra la sua torcia. Quando la raccoglie si accorge che l'alieno era sparito, si precipita quindi alla macchina per provare nuovamente a contattare la centrale. In quel momento un enorme UFO triangolare molto luminoso decollava da dietro la villa. Quando Zanfretta riesce a comunicare con la centrale le sue parole sono sconnesse e colme di terrore il che induce l'operatore a mandare subito i soccorsi.
Tempo dopo l'accaduto Zanfretta decide di rivolgersi ad un istituto privato per sottoporsi a ipnosi regressiva, nelle speranza di far luce sugli avvenimenti di quella notte. Viene fuori che il metronotte sarebbe stato rapito dalle creature che egli definisce come “rettiliani”. La sua descrizione è accurata: questi esseri avrebbero la pelle verde e rugosa, occhi gialli a triangolo, dita delle mani arrotondate, orecchie a punta e vene rosse sporgenti che solcano la testa. Racconta di essere stato portato in un luogo colmo di luce dove gli è stato applicato uno strano casco che gli procurava una sensazione di forte calore. I presunti alieni avrebbero comunicato con lui tramite un congegno luminoso posto sulla bocca. Dagli esami clinici sembra che Zanfretta sia sano di mente e che creda realmente a ciò che racconta.
Il 28 dicembre dello stesso anno l'uomo viene nuovamente rapito: si stava dirigendo verso Torriglia, la stessa zona del primo rapimento, a bordo di una Fiat 127. A un tratto la macchina diventa incontrollabile, quasi come se avesse vita propria; all'improvviso la macchina si ferma e nel cielo compare una strana luce. Zanfretta avvisa la centrale e i colleghi, arrivati sul posto, lo trovano fermo sulla strada, paralizzato dal terrore. Scorgono anche una serie di impronte lunghe circa 50 cm .
A questo punto la stampa comincia ad interessarsi dell'accaduto e Zanfretta finisce in televisione, dove viene interrogato sotto ipnosi. La storia raccontata dall'uomo è la stessa della prima volta con qualche aggiunta: gli alieni lo esaminano con strane apparecchiature e gli promettono di tornare. Nei giorni successivi, grazie ad ulteriori sedute ipnotiche la storia si arricchisce di nuovi particolari: gli alieni, che qualcuno chiama "i Dargos di Titania", pare provengano da un lontano pianeta morente e abbiano deciso di stabilirsi sulla terra grazie alle condizioni ambientali favorevoli (a parte il clima un po' troppo freddo). Secondo Zanfretta il velivolo appare piccolo dall'esterno, ma all'interno vi è contenuta una piccola città. Sembra che le creature mutino di dimensioni quando scendono dall' UFO. Pare che l'uomo sia stato scelto dagli alieni per mediare il loro insediamento con le autorità terrestri.
Gli è stata consegnata a questo scopo una scatola contenente una piramide all'interno di una sfera trasparente in grado di proiettare immagini degli alieni. Zanfretta non l'ha mai mostrata a nessuno. Tra il 1979 e il 1981 Zanfretta è stato rapito parecchie volte e nel 1984 il giornalista Rino Di Stefano raccoglierà la narrazione dettagliata dei primi quattro rapimenti nel volume 'Luci nella notte'.
Fonte:
www.inspiegabile.com